AREA 1000La prima campagna di scavo di questa porzione del sito si è dimostrata ricca di interessanti ritrovamenti e molto utile ai fini dell'indagine archeologica del complesso abbaziale. Sono state messe in luce, fino ad adesso, fasi di cantiere di età contemporanea e moderna. Queste sono caratterizzate dalla presenza di buche probabilmente realizzate per sorreggere strutture in legno come le impalcature per il restauro della chiesa oppure tettoie o strutture lignee temporanee. La differenza delle buche sia nella forma che nella dimensione e nei reperti ritrovati fa supporre che queste dovessero appartenere a fasi di cantiere differenti anche nel tempo.
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AREA 2000
Il saggio, di circa 37 metri quadri, è stato aperto nel settore settentrionale dell’area perimetrale alla chiesa di San Pietro, a ridosso di un corpo di fabbrica di 47 m2, giustapposto alla navata centrale della chiesa nel 1862, con la funzione di navatella laterale e di confessionale. Qualche anno prima, nel 1857, a seguito della costruzione dell’attuale e prospiciente cimitero pubblico, venne interrato quello precedente, parzialmente obliterato dall’ampliamento della chiesa e parzialmente sbancato da un taglio orizzontale che, rimuovendo circa un metro di terreno, portò le quote del piano di calpestio ai livelli della strada carrabile ancor oggi percorsa dai visitatori del camposanto. È stata proprio l’esistenza di un cimitero sepolto, già attestato dalla prima modernità (XVI-XVII sec.) e afferente ad una lunga fase di utilizzo, che ha spinto le indagini ad investire in questa porzione di terreno, per comprendere non solo l’estensione, la quantità di sepolture, la cronologia e la profondità del sepolcreto, ma anche lo stato di salute, l’età media, le abitudini degli antichi abitanti del villaggio di Badia.
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AREA 3000L’area 3000 (35 m2 circa) è stata aperta tra il 25 e il 26 luglio a contatto con la metà settentrionale della facciata della chiesa di Badia Pozzeveri. La decisione di aprire un settore d’indagine in questa posizione era motivata da due ordini di fattori: da un lato rintracciare il perimetrale nord della chiesa abbaziale romanica, che già le prospezioni geofisiche avevano segnalato essere presente, e di cui era necessario valutare consistenza e conservazione, dall’altro disporre di un campione stratigrafico dei depositi esterni ed interni ai resti della chiesa medievale. Le quattro settimane di lavoro hanno permesso di indagare accuratamente gli strati formatisi nel XX e XIX secolo, mettendo in luce una serie di livelli di cantiere caratterizzati da allineamenti di buche per palo di grandi dimensioni e da strati formati da depositi maceriosi e lenti di calce contestuali a tracce di fuoco. Le fasi di cantiere messe in luce sono almeno tre, la più recente risalente alla metà del XX secolo, la mediana alla seconda metà del XIX secolo e la più antica, testimoniata solo dal fondo di alcune buche per palo, probabilmente alla fine del XVIII-inizi del XIX secolo. Al 1862, data dell’edificazione del corpo di fabbrica addossato al lato settentrionale della chiesa, risale probabilmente un’azione di generale rasatura dell’area, che ha provocato l’asportazione dei livelli formatisi tra XVIII e seconda metà del XIX secolo. Nella porzione centro meridionale dell’area, a contatto con le fondazioni della facciata settecentesca, al di sotto di strati maceriosi accumulatisi nel XIX secolo, è stato individuato un lacerto della fondazione di un’imponente struttura muraria, larga circa un metro e costituita da paramenti di bozzette e pietre spaccate e da un largo sacco comprendente malta biancastra e frammenti litici. Nella struttura è facilmente identificabile il perimetrale nord della chiesa abbaziale d’età romanica, che la preventiva indagine geofisica ci suggerisce svilupparsi per almeno altri dieci metri verso ovest rispetto alla attuale facciata settecentesca. Una volta individuato il setto murario medievale l’area è risultata suddivisa in due bacini stratigrafici distinti. A Nord sono comparse le prime sepolture appartenenti alla fase cimiteriale basso medievale. Si tratta in totale di sette inumazioni, tutte in piena terra, con orientamento Ovest-Est, che presentano in genere gli arti superiori piegati sul pube e gli arti inferiori distesi e paralleli. I corpi sono costretti dalla ristrettezza della fosse e forse dalla presenza di sudari. Non presentano alcun elemento di corredo, né di vestiario. La loro conservazione non ottimale è dovuta al fatto che l’azione di taglio orizzontale effettuata dopo la metà del XIX secolo è arrivata a ledere in parte la struttura scheletrica degli individui, e la conseguente azione di calpestio, incentivata in epoca contemporanea dall’uso del sagrato come parcheggio, ha provocato compressione e schiacciamento delle ossa. A Sud della struttura muraria medievale sono state individuate le tracce della fondazione della struttura della facciata settecentesca della chiesa, quella ancora oggi conservata in elevato, e sono stati identificati alcuni tagli, non ancora indagati, che dovrebbero corrispondere ad inumazioni della prima età moderna (XVI e XVII secolo), quando sappiamo che la porzione occidentale della chiesa abbaziale, già priva del tetto, era ridotta a camposanto della comunità parrocchiale di Badia Pozzeveri. La prossima campagna d’indagine risulterà pertanto di grande importanza per comprendere struttura e dimensione della chiesa medievale e per acquisire informazioni sullo sfruttamento funerario dell’area a nord dell’edificio sacro; infatti con l’approfondimento dello scavo verso nord saranno presumibilmente rinvenuti contesti funerari medievali in grande abbondanza, mentre verso sud, al di sotto delle inumazioni d’età moderna, dovremmo rintracciare i resti delle pavimentazioni interne all’edificio abbaziale medievale. |
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AREA 4000Ultima giornata di scavo, chiusa all’insegna del piccone e della trote : la già citata opera di allargamento dell’area verso Sud ha raggiunto i limiti meridionali dell’area, palesando la continuità di UUSS -4058, 4063, 4062, 4064. Ma è stata inoltre rilevata una ulteriore situazione nell’angolo sud orientale dell’area, è emersa difatti una nuova struttura con andamento NE-SO composta da due filari paralleli di laterizi legati fra loro con malta di tipo moderno, che dalla direzione della chiesa corre verso i campi aperti. Non è difficile dunque ipotizzare la sua funzione idrica nell’epoca moderna, ma sarà più interessante, con la prossima indagine, vedere se questa situazione possa in qualche modo ricalcare, sfruttare od approfittare di una più antica sistemazione idrica dell’area. Non è comunque ancora stato individuato un cantonale per US 4062, che corre verso sud nella sua perfetta linearità. Chiudiamo l’area appena giunti sullo strato di crollo di una struttura afferente al monastero medievale, gli strati sigillati al di sotto di esso ci attendono per l’anno prossimo.
Ringraziamo infine tutte le ragazze e i ragazzi che hanno contribuito alla fantastica riuscita di questa prima campagna di scavi:
Greta Bocchini, Chiara Boggio, Marco Cummaudo, Lisa De Luca, Margherita Guerzoni, Ilaria Fiorenzola, Angela Maccarinelli, Mariangela Martoccia, Maria Maurizio Alessio Giannelli, Antonio Daloia, Else Bracali Lo staff: |
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