Diario del 19 AGOSTO 2011

CAMPAGNA DI SCAVO 2011


AREA 1000

La prima campagna di scavo di questa porzione del sito si è dimostrata ricca di interessanti ritrovamenti e molto utile ai fini dell'indagine archeologica del complesso abbaziale. Sono state messe in luce, fino ad adesso, fasi di cantiere di età contemporanea e moderna. Queste sono caratterizzate dalla presenza di buche probabilmente realizzate per sorreggere strutture in legno come le impalcature per il restauro della chiesa oppure tettoie o strutture lignee temporanee. La differenza delle buche sia nella forma che nella dimensione e nei reperti ritrovati fa supporre che queste dovessero appartenere a fasi di cantiere differenti anche nel tempo.
Fin dalle prime settimane di scavo sono stati individuate le fondazioni in malta, ciottoli di fiume e laterizi di due strutture murarie parallele. Queste riprendono esattamente l'andamento dei paramenti murari del transetto settentrionale. La cresta di rasatura sud (US 1008) taglia inoltre una fossa ossario, che si dimostra così precedente alla struttura. Nella porzione meridionale dell'area è stata messa in evidenza una canaletta di deflusso delle acque di cui è necessario capire la datazione e il suo rapporto con l'edificio ecclesiastico. Questa si muove in senso O-E e sembra procedere al di sotto della fondazione dell'abside.
E' nostra intenzione, nella prossima campagna di scavo, poter continuare l'indagine dei livelli medievali di questa importante porzione del sito archeologico, mettendoli in relazione con uno studio degli elevati e soprattutto con il transetto settentrionale e la parete N della fattoria confinante con l'area 1000. 

Le quattro aree di scavo

AREA 2000

Il saggio, di circa 37 metri quadri, è stato aperto nel settore settentrionale dell’area perimetrale alla chiesa di San Pietro, a ridosso di un corpo di fabbrica di 47 m2, giustapposto alla navata centrale della chiesa nel 1862, con la funzione di navatella laterale e di confessionale. Qualche anno prima, nel 1857, a seguito della costruzione dell’attuale e prospiciente cimitero pubblico, venne interrato quello precedente, parzialmente obliterato dall’ampliamento della chiesa e parzialmente sbancato da un taglio orizzontale che, rimuovendo circa un metro di terreno, portò le quote del piano di calpestio ai livelli della strada carrabile ancor oggi percorsa dai visitatori del camposanto. È stata proprio l’esistenza di un cimitero sepolto, già attestato dalla prima modernità (XVI-XVII sec.) e afferente ad una lunga fase di utilizzo, che ha spinto le indagini ad investire in questa porzione di terreno, per comprendere non solo l’estensione, la quantità di sepolture, la cronologia e la profondità del sepolcreto, ma anche lo stato di salute, l’età media, le abitudini degli antichi abitanti del villaggio di Badia.
Lo scavo, iniziato il 4 luglio 2011, ha esplorato le ultime due fasi di utilizzo dell’area sepolcrale: quella ottocentesca, caratterizzata dalle sepolture immediatamente precedenti alla fine del cimitero e dallo spianamento dello stesso, con la conseguente frammentazione e dispersione delle ossa contenute nel metro di terra sbancato; e quella settecentesca, appena scalfita dalle ricerche e rappresentata dalla presenza di scheletri meglio conservati e disposti a quote leggermente inferiori. In generale sono stati portati alla luce, documentati e rilevati 26 individui, di cui 14 sicuramente afferenti alla fase ottocentesca. Oltre ad essi è stata scavata una enorme quantità di ossa sparse o raccolte in ossari e riduzioni, che, una volta studiate, potranno contribuire all’accrescimento delle nostre conoscenze antropologiche della popolazione locale. Interessante è stato inoltre trovare una sostanziale corrispondenza stratigrafica e tafonomica con una fase epidemica già osservata in un altro scavo condotto nella lucchesia, Benabbio: si tratta del colera del 1855, che colpì duramente anche la Badia, mietendo 51 vittime; esse vennero inumate nel “nostro” cimitero, e le loro sepolture, ancorché fortemente perturbate dallo sbancamento del 1857, sono state in parte investite dalle nostre indagini. Non è ovviamente possibile riconoscere con certezza quali siano le inumazioni coleriche, tuttavia, almeno in un caso, possiamo esser certi di averne indagata una: si tratta dello scheletro Us 2039, il cui decubito, prono, suggerisce che la sua deposizione avvenne in fretta e senza eccessiva cura, cosa che si è riscontata anche a Benabbio.
Oltre agli orizzonti cimiteriali è stato portato alla luce anche un muro medievale, orientato nord-sud e corrispondente al cantonale occidentale del campanile della chiesa. Le indagini dei prossimi anni ci daranno conferma della sua origine e della sua funzione.
In conclusione lo scavo stratigrafico dell’Area 2000 ha prodotto risultati cospicui, rispondendo, da un lato, alle domande storiche che ci si era posti all’inizio della campagna, e aprendo, dall’altro,  nuovi orizzonti d’indagine da approfondire nelle future ricerche.

LISTA DELLE SEPOLTURE INDAGATE
Us scheletro US taglio US riempimento
2031 -2030 2032
2039 -2038 2040
2042 -2041 2043
2045 -2044 2005
2051 -2053 2052
2054 -2056 2055
2057 -2049 2050
2058 -2059 2060
2066 -2067 2068
2074 -2072 2073
2076 -2075 2077
2080 -2079 2078
2083 -2081 2082
2085 -2084 2086
2088 -2087 2089
2092 -2093 2098
2102 -2101 2103
2108 -2033 2034
2118 -2110 2109
2119 -2104 2105
2122 -2121 2120
2129 -2127 2128
2131 -2130 2132
2137 -2136 2138
2140 -2139 2141
2142 -2125 2126

AREA 3000

L’area 3000 (35 m2 circa) è stata aperta tra il 25 e il 26 luglio a contatto con la metà settentrionale della facciata della chiesa di Badia Pozzeveri. La decisione di aprire un settore d’indagine in questa posizione era motivata da due ordini di fattori: da un lato rintracciare il perimetrale nord della chiesa abbaziale romanica, che già le prospezioni geofisiche avevano segnalato essere presente, e di cui era necessario valutare consistenza e conservazione, dall’altro disporre di un campione stratigrafico dei depositi esterni ed interni ai resti della chiesa medievale. Le quattro settimane di lavoro hanno permesso di indagare accuratamente gli strati formatisi nel XX e XIX secolo, mettendo in luce una serie di livelli di cantiere caratterizzati da allineamenti di buche per palo di grandi dimensioni e da strati formati da depositi maceriosi e lenti di calce contestuali a tracce di fuoco. Le fasi di cantiere messe in luce sono almeno tre, la più recente risalente alla metà del XX secolo, la mediana alla seconda metà del XIX secolo e la più antica, testimoniata solo dal fondo di alcune buche per palo, probabilmente alla fine del XVIII-inizi del XIX secolo. Al 1862, data dell’edificazione del corpo di fabbrica addossato al lato settentrionale della chiesa, risale probabilmente un’azione di generale rasatura dell’area, che ha provocato l’asportazione dei livelli formatisi tra XVIII e seconda metà del XIX secolo. Nella porzione centro meridionale dell’area, a contatto con le fondazioni della facciata settecentesca, al di sotto di strati maceriosi accumulatisi nel XIX secolo, è stato individuato un lacerto della fondazione di un’imponente struttura muraria, larga circa un metro e  costituita  da paramenti di bozzette e pietre spaccate e da un largo sacco comprendente malta biancastra e frammenti litici. Nella struttura è facilmente identificabile il perimetrale nord della chiesa abbaziale d’età romanica, che la preventiva indagine  geofisica ci suggerisce svilupparsi per almeno altri dieci metri verso ovest rispetto alla attuale facciata settecentesca. Una volta individuato il setto murario medievale l’area è risultata suddivisa in due bacini stratigrafici distinti. A Nord sono comparse le prime sepolture appartenenti alla fase cimiteriale basso medievale. Si tratta in totale di sette inumazioni, tutte in piena terra, con orientamento Ovest-Est, che presentano in genere gli arti superiori piegati sul pube e gli arti inferiori distesi e paralleli. I corpi sono costretti dalla ristrettezza della fosse e forse dalla presenza di sudari. Non presentano alcun elemento di corredo, né di vestiario. La loro conservazione  non ottimale è dovuta al fatto che l’azione di taglio orizzontale effettuata dopo la metà del XIX secolo è arrivata a ledere in parte la struttura scheletrica degli individui, e la conseguente azione di calpestio, incentivata in epoca contemporanea dall’uso del sagrato come parcheggio, ha provocato compressione e schiacciamento delle ossa. A Sud della struttura muraria medievale sono state individuate le tracce della fondazione della struttura della facciata settecentesca della chiesa, quella ancora oggi conservata in elevato, e sono stati identificati alcuni tagli, non ancora indagati, che dovrebbero corrispondere ad inumazioni della prima età moderna (XVI e XVII secolo), quando sappiamo che la porzione occidentale della chiesa abbaziale, già priva del tetto, era ridotta a camposanto della comunità parrocchiale di Badia Pozzeveri.  La prossima campagna d’indagine risulterà pertanto di grande importanza per comprendere struttura e dimensione della chiesa medievale e per acquisire informazioni sullo sfruttamento funerario dell’area a nord dell’edificio sacro; infatti con l’approfondimento dello scavo verso nord saranno presumibilmente rinvenuti contesti funerari medievali in grande abbondanza, mentre verso sud, al di sotto delle inumazioni d’età moderna,  dovremmo rintracciare i resti delle pavimentazioni interne all’edificio abbaziale medievale.

AREA 4000

Ultima giornata di scavo, chiusa all’insegna del piccone e della trote : la già citata opera di allargamento dell’area verso Sud ha raggiunto i limiti meridionali dell’area, palesando la continuità di UUSS -4058, 4063, 4062, 4064. Ma è stata inoltre rilevata una ulteriore situazione nell’angolo sud orientale dell’area, è emersa difatti una nuova struttura con andamento NE-SO composta da due filari paralleli di laterizi legati fra loro con malta di tipo moderno, che dalla direzione della chiesa corre verso i campi aperti. Non è difficile dunque ipotizzare la sua funzione idrica nell’epoca moderna, ma sarà più interessante, con la prossima indagine, vedere se questa situazione possa in qualche modo ricalcare, sfruttare od approfittare di una più antica sistemazione idrica dell’area. Non è comunque ancora stato individuato un cantonale per US 4062, che corre verso sud nella sua perfetta linearità. Chiudiamo l’area appena giunti sullo strato di crollo di una struttura afferente al monastero medievale, gli strati sigillati al di sotto di esso ci attendono per l’anno prossimo.

 

Ringraziamo infine tutte le ragazze e i ragazzi che hanno contribuito alla fantastica riuscita di questa prima campagna di scavi:


Carrie Legarde, Alyson Caine, Megan Clarke, Yun Ysi Siew, Aja Lans, Ginger Contreras, Steve Schultz, Kerri Pokorni, Jaime Graham, Angela Hunter, Bryn Geddes, David Hubin, Meagan Guilfoyle, Alex Goots, Mary Beth Glisson, Eadaoin Harney, Ashley Fowler, Gianna Fugazi, Deborah Petro, Emily Zavodny, Kyle Rolla, Olaf Olofardottir, Megan Luthern

Greta Bocchini, Chiara Boggio, Marco Cummaudo, Lisa De Luca, Margherita Guerzoni, Ilaria Fiorenzola, Angela Maccarinelli, Mariangela Martoccia, Maria Maurizio

Alessio Giannelli, Antonio Daloia, Else Bracali

Lo staff:
Clark Spencer larsen, Gino Fornaciari
Antonio Fornaciari, Francesco Coschino, Giuseppe Vercellotti, Leslie Williams, Jennifer Spence, Alessandro Cariboni, Alan Farnocchia, Silvia Testi, Letizia Cavallini, Maurizio Sparavelli