Diario del 13 AGOSTO 2013

CAMPAGNA DI SCAVO 2013


AREA 3000

Nel Settore A la rimozione completa della riduzione di resti osteologici US 3345 ha permesso di mettere in luce l’individuo USK 3344, orientato W-E e deposto in decubito dorsale all’interno della tomba a cassa litica US 3310, situata a ridosso del perimetrale Nord USM 3073. Lo scheletro, mal preservato, risulta privo del cranio, intercettato ed asportato dalla trincea di epoca moderna US – 3320; è inoltre assente l’omero destro  e gran parte del torace. Gli arti superiori sono leggermente flessi sul pube, mentre quelli inferiori sono simmetrici e distesi, con le ginocchia e le caviglie chiuse ed i piedi sovrapposti. Di fronte alla facciata dell’antica abbazia (USM 3335) è stato rimosso il terzo livello di riduzione US 3330, concentrata nella porzione meridionale della tomba, che ha evidenziato uno strato (US 3361) a matrice limo-argillosa di colore bruno-giallastro e di consistenza abbastanza friabile, con inclusi litici di piccola pezzatura ed ossa non in connessione. Nel Settore B è stata completata la messa in luce dell’individuo USK 3351, orientato N-S, che risulta intercettato e tagliato all’altezza del ventre da un’altra sepoltura (USK 3355), che presenta lo stesso orientamento. USK 3351, deposto in decubito dorsale, è privo del cranio ed ha gli arti superiori entrambi flessi sul torace;  del cranio di USK 3355, anch’esso supino, si conserva solo la mandibola. L’arto superiore destro è flesso, con la mano sulla spalla sinistra, mentre quello sinistro è piegato sul torace. Al di sopra degli arti inferiori, entrambi distesi e simmetrici, sono inoltre presenti alcuni resti osteologici (in particolare il femore sinistro, articolato col coxale corrispondente, il cranio ed altre diafisi di ossa lunghe) appartenenti ad un individuo parzialmente ridotto (USK 3370). Nella giornata di domani si procederà con la rimozione della riduzione suddetta e la messa in luce completa della sepoltura USK 3355.

In vista della chiusura del Settore B, si è deciso poi di approfondire l’indagine di uno degli stampi per campane, già parzialmente scavato nella precedente campagna.
Il manufatto si inserisce all’interno di un’attività contestualizzabile tra la fine del XVIII e i primi anni del XIX secolo, quando si decise di fondere tre nuove campane per il campanile di San Pietro di Pozzeveri. L’intero processo è stato archeologicamente rintracciato e documentato in facciata della chiesa ed è composto da una grande fossa fusoria (US -3220) destinata alla coltivazione e regimentazione del bronzo fuso, e da una seconda fossa (US -3107), disposta ortogonalmente a quest’ultima, e contente gli stampi di tre campane. Lo scavo, nella giornata di oggi, si è concentrato sull’ultima di esse, US 3151, l’unica leggibile nella sua interezza e ottimamente conservata. I resti dello stampo sono costituiti da una piattaforma circolare in laterizi, che, sovrapponendosi in quattro filari, formano una falsa cupola, all’interno della quale si è trovata una cospicua quantità di carboni che dovevano servire alla cottura del positivo dello stampo in argilla refrattaria (non conservato), e un buco per il palo destinato a sorreggerlo in posizione eretta; i mattoni erano incamiciati da un involucro di argilla concotta fortemente annerita dal calore (US 3365) e, tutto intorno, si è potuta leggere, impressa nel terreno, la traccia in negativo della base della campana (US 3366), segnata a raggiera da solchi presumibilmente disposti come sfiati per l’aria calda durante la colata del metallo.
L’ottimo stato di conservazione e l’attenzione nello scavo e nella documentazione ci potranno permettere di ottenere notevoli ed inedite informazioni su una pratica metallurgica ancora poco studiata per contesti archeologici post-medievali.